L’Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio
Museo Civico San Domenico Forlì
Piazza Guido da Montefeltro
Tra il Rinascimento e il Barocco. La grande mostra al San Domenico di Forlì del 2018 mette in scena per la prima volta in maniera compiuta e in un nuovo percorso espositivo il fascino di un secolo compreso tra un superbo tramonto, l’ultimo Rinascimento, e un nuovo luministico orizzonte, l’età barocca.
Il periodo che intercorre tra il compimento del Giudizio Universale di Michelangelo nella Cappella Sistina (1541) e la breve affermazione a Roma di Michelangelo Merisi da Caravaggio è per la storia dell’arte uno dei più avvincenti e stimolanti.
La pittura della Maniera aveva messo in campo le ragioni di un’“arte per l’arte”, in cui a prevalere erano il capriccio e la “licenza”, ovvero una sorta di trasgressione che stesse dentro alla regola: un’arte colta, rivolta a una ristretta élite in grado di compiacersi del gioco di sottili rimandi ai grandi modelli di Raffaello e di Michelangelo, sentiti come insuperabili.
A mettere in crisi questo modo di intendere l’arte era stata la polemica dei riformatori protestanti che, contro il lusso della corte pontificia, si richiamavano al rigore della Chiesa delle origini. Ma, ancora prima che il Concilio di Trento teorizzasse il valore didattico delle immagini – “da venerare secondo ciò che rappresentano”, sventando così il rischio iconoclasta – gli artisti avevano autonomamente elaborato una nuova figurazione in cui le esigenze del racconto prevalessero sullo sfoggio di un virtuosismo fine a sé stesso.
Nella stessa Roma si erano per tempo avvertiti segnali di ritorno a una nuova concentrazione sul tema del sacro. La vicenda umana e artistica di Michelangelo appare sintomatica se proprio la sua aspirazione a una figurazione rigorosa e spogliata di ogni orpello aveva finito per attrarre su di sé gli strali di quanti vedevano nell’essenzialità del nudo un’offesa al decoro. La sua meditazione, compresa da pochi, aveva così offerto il destro alle polemiche più feroci, caratterizzando la malinconica ricerca spirituale dei suoi ultimi anni.
Già prima della metà del secolo Roma si propone come centro di elaborazione di nuovi percorsi, di cui la mostra evidenzia la ricca eterogeneità. Paolo III Farnese, che nel 1545 indice il Concilio di Trento, è a capo di una vera e propria corte alla stregua di quelle europee. Per lui lavorano artisti come El Greco e Giovanni de’ Vecchi, promotori di una ventata neo-mistica, e architetti come Antonio da Sangallo il Giovane e il Vignola, che mutuando linguaggi dallo studio dell’antico elaborano una nuova concezione spaziale.
Il fervore costruttivo alimenta la richiesta di nuove opere sacre, concepite in ordine a una nuova leggibilità e a un diffuso sentimento di pietà. E mentre artisti come Girolamo Muziano e Federico Zuccari sapranno farsi interpreti di una narrazione didascalica, nella quale la pittura torna a farsi “libro illustrato” per gli illetterati, sarà Federico Barocci a coniugare, grazie alla riscoperta di Correggio, fervore religioso e sentimentalità prebarocca.
Parallelamente lo scrupolo di attenersi al “vero”, al “verosimile” finisce per sviluppare una ripresa dell’autonomia degli studi storici e di quelli naturalistici. La ricerca scientifica e l’osservazione della natura di studiosi come Aldrovandi e Ligozzi forniscono l’ordito al nuovo, incipiente naturalismo.
Bologna, seconda capitale dello Stato della Chiesa, sul finire del secolo vede fiorire di nuovi sensi terreni la pittura dei Carracci (Ludovico, Annibale e Agostino) alla quale fa da contraltare a Roma l’arte “senza tempo” di Pulzone e Valeriano. Dalla Lombardia discende Caravaggio. Egli descrive nella sua luce che contorna l’ombra e che trascorre dagli uomini alle cose, un nuovo, disperato rigore. La sua vocazione pauperista si confronta, tra la fine del vecchio e l’aprirsi del nuovo secolo, con il classicismo patetico di Annibale Carracci e il dinamismo barocco di Rubens.
Dall’ultimo Michelangelo a Caravaggio, l’esposizione forlivese tesse un filo estetico di rimandi unici che illustra la nascita dell’età moderna. Un percorso unico che mostra capolavori di Raffaello, Rosso Fiorentino, Lorenzo Lotto, Pontormo, Sebastiano del Piombo, Correggio, Bronzino, Vasari, Parmigianino, Daniele da Volterra, El Greco, i Carracci, Barocci, Veronese, Tiziano, Zuccari, Reni e Rubens.
Tra i due Michelangelo si snoda un percorso culturale innovativo, alla ricerca di un rispecchiamento tra i valori eterni e quelli storici. E se nel primo si dissolve ogni idea o ideale di compiutezza umana e terrena; nel secondo, una umanità intrisa di peccato, scalza e sporca bussa alle porte del cielo.
L’esaltazione della forma: la rappresentazione del sacro prima del concilio
ApprofondisciSul modello di Michelangelo
ApprofondisciIl rinnovamento evangelico degli “spirituali”
ApprofondisciLa ridefinizione architettonica dello spazio tra sacro e profano
ApprofondisciLa chiesa imperante i papi della controriforma
ApprofondisciIl “neofeudalesimo” farnesiano
ApprofondisciLa pala d’altare come “biblia pauperum”
ApprofondisciL'esaltazione della santità e del martirio
ApprofondisciL’età di zuccari e barocci
ApprofondisciL’elaborazione di nuovi modelli a bologna
ApprofondisciL’arte “senza tempo”
ApprofondisciLo studio della natura tra arte e scienza
ApprofondisciL'eterno nel tempo
ApprofondisciOpere all'interno della mostra
La morte di Cleopatra
Denys Calvaert - Circa 1590, olio su tela. Bologna, Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna
Antinoo farnese
Arte Ellenistica - II secolo d.C., marmo bianco. Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Madonna di Loreto (Madonna dei Pellegrini)
Caravaggio - 1605 circa, olio su tela. Roma, basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio
La morte di Cleopatra
Denys Calvaert - Circa 1590, olio su tela. Bologna, Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna
Antinoo farnese
Arte Ellenistica - II secolo d.C., marmo bianco. Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Madonna di Loreto (Madonna dei Pellegrini)
Caravaggio - 1605 circa, olio su tela. Roma, basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio
Ragazzo morso dal ramarro
Caravaggio - 1596-97, olio su tela. Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell'arte Roberto Longhi
Vaso di fiori con gioiello
Jan Bruegel il Vecchio, detto dei Velluti - Moneta e conchiglia, 1606, olio su rame. Milano, Pinacoteca Ambrosiana
Deposizione dalla croce
Federico Barocci - 1567-1569, olio su tela. Perugia, Cattedrale di San Lorenzo
Compianto sul Cristo morto
Correggio - 1524, olio su tela. Parma, Complesso Monumentale della Pilotta - Galleria Nazionale
Il Profeta Elia nel deserto
Daniele da Volterra - 1545-1550 circa, olio su tela. collezione privata – courtesy Galleria Benappi
Ecce Homo con i Santi Vittore e Corona
Guido Reni - Prima metà del XVII sec., olio su tela. Osimo, Duomo di San Leopardo
Ragazzo che soffia su un tizzone (El soplón)
El Greco - 1571-72, olio su tela. Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte
San Cristoforo tra i Santi Rocco e Sebastiano
Lorenzo Lotto - 1532-33, olio su tela. Loreto - Museo Pinacoteca della Santa Casa - Delegazione Pontificia per il Santuario della Santa Casa
Resurrezione
Jacopo Zucchi - 1562 ca., olio su tela. San Lorenzo Nuovo (VT), Chiesa di San Lorenzo Martire
Pesca miracolosa
Bottega di Pieter van Aelst su disegno di Raffaello - Serie con le storie degli atti degli Apostoli, 1517-19, arazzo. Pinacoteca Vaticana, Città del Vaticano
Venditrici di pollame (Le pollarole)
Bartolomeo Passerotti - 1580, olio su tela. Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell'arte Roberto Longhi
Ascensione di Cristo
Girolamo Muziano - 1582-84, olio su tela. Roma, Chiesa di Santa Maria in Vallicella
Cristo risorto Giustiniani
Michelangelo - 1515 ca., marmo. Bassano Romano, monastero San Vincenzo martire
Sposalizio della Vergine
Rosso Fiorentino - 1523, olio su tavola. Firenze, basilica di San Lorenzo, cappella Ginori
Paolo III e i nipoti Alessandro e Ottavio Farnese
Tiziano - 1546, olio su tela. Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte
Sacra Conversazione con la Madonna e il Bambino tra santa Lucia, una santa con libro, sant’Alessio e san Michele Arcangelo (Madonna di San Ruffillo)
Pontormo - 1514 circa, pittura murale staccata. Firenze, chiesa della Santissima Annunziata, cappella di San Luca