La chiesa imperante i papi della controriforma

Alcuni dei pontefici di cui qui si presentano i ritratti segnarono, accanto alla vicenda storica della Chiesa, il mecenatismo e le grandi committenze: Paolo III, il cui nome è forse legato prima di tutto a Michelangelo e all’esecuzione del suo Giudizio Universale nella Sistina. Giulio III, sotto il cui pontificato a Roma si assistette ad una sorta di recupero del Rinascimento (basti pensare alla realizzazione di Villa Giulia).

Pio V, forse il papa più emblematico dell’età della Controriforma, certo assai meno incline alle arti e al mecenatismo del suo predecessore, quel Pio IV che pur non appartenendo al ramo fiorentino della famiglia Medici, fu un grande committente (non a caso il suo ritratto che qui si presenta è opera uscita dalla cerchia di uno dei maggiori pittori e ricercati ritrattisti del secolo: Tiziano). Egli, a sua volta, era stato preceduto da un pontefice forse altrettanto ostile alle arti quanto poi lo sarebbe stato Pio V: il nome di Paolo IV evoca l’Indice dei libri proibiti, la chiusura al dialogo con i riformati, la sospensione del Concilio di Trento. Infine il busto in bronzo di Gregorio XIII, opera di Alessandro Menganti, appare quasi un’icona del potere pontificio nella seconda metà del Cinquecento.