Sul modello di Michelangelo

Come un fiume impetuoso la fortuna di Michelangelo attraversa tutto il Cinquecento. Essa è alimentata anche da una straordinaria longevità – Michelangelo muore nel 1564 a ottantanove anni – che ne rese ben presto unica la figura. Ancora in vita gli vennero dedicate, unico tra gli artisti rinascimentali, ben due importanti biografie da parte di Giorgio Vasari (1550) e poi di Ascanio Condivi (1553). Il carattere assolutamente personale della sua ricerca artistica ne fa un modello irrinunciabile, e nello stesso tempo impervio e difficile da imitare. Lo scoprimento del Giudizio universale, affrescato tra il 1535 e il 1541 sull’immensa parete di fondo della Cappella Sistina, lasciò gli artisti contemporanei sgomenti per l’audacia del pensiero complessivo, sul quale non tarderanno ad abbattersi le critiche, soprattutto per il massiccio ricorso al nudo.

La scelta dei disegni di Michelangelo qui proposti attesta, non solo lo studio anatomico e delle proporzioni, ma anche la complessità delle invenzioni dell’artista e il suo muoversi simultaneamente in più direzioni narrative, attraverso le diverse opere, con incroci figurati diversi e molteplici.