Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia

dal 11 Febbraio al 18 Giugno 2017
Museo Civico San Domenico Forlì

Un gusto, una fascinazione, un linguaggio che ha caratterizzato la produzione artistica italiana ed europea negli anni Venti, con esiti soprattutto americani dopo il 1929. Ciò che per tutti corrisponde alla definizione Art Déco fu uno stile di vita eclettico, mondano, internazionale. Il successo di questo momento del gusto va riconosciuto nella ricerca del lusso e di una piacevolezza del vivere, tanto più intensi quanto effimeri, messa in campo dalla borghesia europea dopo la dissoluzione, nella Grande guerra, degli ultimi miti ottocenteschi e la mimesi della realtà industriale, con la logica dei suoi processi produttivi. Dieci anni sfrenati, “ruggenti” come si disse, della grande borghesia internazionale, mentre la storia disegnava, tra guerra, rivoluzioni e inflazione, l’orizzonte cupo dei totalitarismi.

Dopo le grandi mostre dedicate a Novecento e al Liberty, nel 2017 Forlì dedica una grande esposizione all’Art Déco italiana.

La relazione con il Liberty, che lo precede cronologicamente, fu dapprima di continuità, poi di superamento, fino alla contrapposizione. La differenza tra l’idealismo dell’Art Nouveau e il razionalismo del Déco appare sostanziale. L’idea stessa di modernità, la produzione industriale dell’oggetto artistico, il concetto di bellezza nella quotidianità mutano radicalmente: con il superamento della linea flessuosa, serpentina e asimmetrica legata ad una concezione simbolista che vedeva nella natura vegetale e animale le leggi fondamentali dell’universo, nasce un nuovo linguaggio artistico. La spinta vitalistica delle avanguardie storiche, la rivoluzione industriale sostituiscono al mito della natura, lo spirito della macchina, le geometrie degli ingranaggi, le forme prismatiche dei grattaceli, le luci artificiali della città.

Nell’ambito di una riscoperta recente della cultura e dell’arte negli anni Venti e, segnatamente, di quel particolare gusto definito “Stile 1925”, dall’anno della nota Esposizione universale di Parigi dedicata alle Arts Décoratifs, da cui la fortunata formula Art Déco, che ne sancì morfologie e modelli, nasce l’idea di una mostra che proponga immagini e riletture di una serie di avvenimenti storico-culturali e di fenomeni artistici che hanno attraversato l’Italia e l’Europa nel periodo compreso tra il primo dopoguerra e la crisi mondiale del 1929, assumendo via via declinazioni e caratteristiche nazionali, come mostrano non solo le numerosissime opere architettoniche, pittoriche e scultoree, ma soprattutto la straordinaria produzione di arti decorative.

Il gusto Déco fu lo stile delle sale cinematografiche, delle stazioni ferroviarie, dei teatri, dei transatlantici, dei palazzi pubblici, delle grandi residenze borghesi: si trattò, soprattutto, di un formulario stilistico, dai tratti chiaramente riconoscibili, che ha influenzato a livelli diversi tutta la produzione di arti decorative, dagli arredi alle ceramiche, dai vetri ai ferri battuti, dall’oreficeria ai tessuti alla moda negli anni Venti e nei primissimi anni Trenta, così come la forma delle automobili, la cartellonistica pubblicitaria, la scultura e la pittura in funzione decorativa.

Le ragioni di questo nuovo sistema espressivo e di gusto si riconoscono in diversi movimenti di avanguardia (le Secessioni mitteleuropee, il Cubismo e il Fauvismo, il Futurismo), mentre tra i protagonisti internazionali del gusto vanno menzionati almeno i nomi di Ruhlmann, Lalique, Dupas, così come la ritrattistica aristocratica e mondana di Tamara de Lempicka e le sculture di Chiparus, che alimenta il mito della danzatrice Isadora Duncan.

Ma la mostra ha soprattutto una declinazione italiana, dando ragione delle biennali internazionali di arti decorative di Monza del 1923, del 1925, del 1927 e del 1930, oltre naturalmente dell’expo di Parigi 1925 e 1931 e di Barcellona 1929. Il fenomeno Déco attraversò con una forza dirompente il decennio 1919-1929 con arredi, ceramiche, vetri, metalli lavorati, tessuti, bronzi, stucchi, gioielli, argenti, abiti impersonando il vigore dell’alta produzione artigianale e proto industriale e contribuendo alla nascita del design e del “Made in Italy”.

La richiesta di un mercato sempre più assetato di novità, ma allo stesso tempo nostalgico della tradizione dell’artigianato artistico italiano, aveva fatto letteralmente esplodere negli anni Venti una produzione straordinaria di oggetti e di forme decorative: dagli impianti di illuminazione di Zecchin, di Venini e della Fontana Arte di Pietro Chiesa, alle ceramiche di Gio Ponti e Guido Andlovitz, dalle sculture di Adolfo Wildt, Arturo Martini e Libero Andreotti, alle ceramiche Lenci o alle originalissime sculture di Sirio Tofanari, dalle bizantine oreficerie di Ravasco, agli arredi di Buzzi, Ponti e Portaluppi, dalle sete preziose di Ravasi, Ratti e Fortuny ai moderni figurini di Thayath per Madeleine Vionnet, come agli arazzi in panno di Depero.

Obiettivo dell’esposizione è mostrare al pubblico il livello qualitativo, l’originalità e l’importanza che le arti decorative moderne hanno avuto nella cultura artistica italiana connotando profondamente i caratteri del Déco anche in relazione alle arti figurative: la pittura e la scultura. Sono qui essenziali i racconti delle opere di Galileo Chini, pittore e ceramista, affiancato da grandi maestri, come Vittorio Zecchin e Guido Andlovitz, che guardarono a Klimt e alla Secessione viennese; dei maestri faentini Domenico Rambelli, Francesco Nonni e Pietro Melandri; le invenzioni del secondo futurismo di Fortunato Depero; i dipinti, tra gli altri, di Felice Casorati, Alberto Martini, Cagnaccio di San Pietro, Amedeo Bocchi, Luigi Bonazza, Anselmo Bucci, Giannino Marchig, Ubaldo Oppi, il tutto accompagnato dalla straordinaria produzione della Richard-Ginori ideata dall’architetto Gio Ponti e da emblematici esempi francesi, austriaci e tedeschi fino ad arrivare al passaggio di testimone, agli esordi degli anni Trenta, agli Stati Uniti e al Déco americano.

Non si è mai allestita in Italia una mostra completa dedicata a questo variegato mondo di invenzioni, che non solo produce affascinanti contaminazioni con il gusto moderno – si pensi per esempio al quartiere Coppedè a Roma o al Vittoriale degli Italiani, ultima residenza di Gabriele d’Annunzio – ma evoca atmosfere dal mondo mediterraneo della classicità, così come la scoperta nel 1922 della tomba di Tutankhamon rilanciò in Europa la moda dell’Egitto. E poi echi persiani, giapponesi, africani a suggerire lontananze e alterità, sogni e fughe dal quotidiano, in un continuo e illusorio andirivieni dalla modernità alla storia.

Trattandosi di un gusto e di uno stile di vita non mancarono influenze e corrispondenze col cinema, il teatro, la letteratura, le riviste, la moda, la musica. Da Hollywood (con le Parade di Lloyd Bacon o le dive, come Greta Garbo e Marlene Dietrich o divi come Rodolfo Valentino) alle pagine indimenticabili de Il grande Gatsby (1925), di Francis Scott Fitzgerald, a Gabriele d’Annunzio.

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01.
Art déco gli anni ruggenti in Italia
02.
Le radici del gusto déco tra secessione ed espressionismo
03.
La forza del colore
04.
Le esposizioni internazionali delle arti decorative. Monza 1923
05.
Le esposizioni internazionali delle arti decorative. Monza 1925
06.
Le esposizioni internazionali delle arti decorative. Monza 1927 e 1930
07.
Arti, artigianato e industria. Tecniche e materiali
08.
Architettura e linea déco
09.
Località materiali e ambienti
10.
Il mito dell'oriente
11.
Atmosfere d'interni
12.
Il viaggio
13.
Ritratto di un'epoca intorno a parigi 1925
14.
La nostalgia dell'antico la ricerca della contemporaneità
15.
Il paradiso perduto e il mito di orfeo
16.
Venere moderna
17.
La donna déco
18.
Ambiguità e crisi del déco
19.
Gli esiti del déco
20.
Una wunderkammer déco alfredo ravasco (1873-1958)

Opere all'interno della mostra

Studio preparatorio per la decorazione dello scalone delle Terme Berzieri a Salsomaggiore

Galileo Chini

Studio preparatorio per la decorazione dello scalone delle Terme Berzieri a Salsomaggiore

Galileo Chini - 1922, tempera su carta. Mugello, collezione privata

Ciotola Emerenziana

Gio Ponti

Ciotola Emerenziana

Gio Ponti - 1927, maiolica. Cerro di Laveno, collezione privata

Mano della fattucchiera

Gio Ponti

Mano della fattucchiera

Gio Ponti - 1930-1935, porcellana. Sesto Fiorentino, Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia

Archi e corde

Gio Ponti

Archi e corde

Gio Ponti - 1924, urna in porcellana. Sesto Fiorentino, Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia

Vaso Fabrizia

Gio Ponti

Vaso Fabrizia

Gio Ponti - 1925, maiolica. Cerro di Laveno, collezione privata

Studio preparatorio per la decorazione dello scalone delle Terme Berzieri a Salsomaggiore

Galileo Chini

Studio preparatorio per la decorazione dello scalone delle Terme Berzieri a Salsomaggiore

Galileo Chini - 1922, tempera su carta. Mugello, collezione privata

Ciotola Emerenziana

Gio Ponti

Ciotola Emerenziana

Gio Ponti - 1927, maiolica. Cerro di Laveno, collezione privata

Mano della fattucchiera

Gio Ponti

Mano della fattucchiera

Gio Ponti - 1930-1935, porcellana. Sesto Fiorentino, Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia

Archi e corde

Gio Ponti

Archi e corde

Gio Ponti - 1924, urna in porcellana. Sesto Fiorentino, Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia

Vaso Fabrizia

Gio Ponti

Vaso Fabrizia

Gio Ponti - 1925, maiolica. Cerro di Laveno, collezione privata

Coppia di levrieri

Libero Andreotti

Coppia di levrieri

Libero Andreotti - 1914-1927, bronzo. Firenze, collezione privata

Leda con il cigno

Arturo Martini

Leda con il cigno

Arturo Martini - 1926, gesso. Monza, Musei Civici.

Busto femminile

Gio Ponti, Gigi Supino

Busto femminile

Gio Ponti, Gigi Supino - 1923, terraglia policromata. Milano, Castello Sforzesco, Civiche Raccolte d’Arte Applicata.

Vaso con gallo

Roberto Rosati, Ferruccio Palazzi

Vaso con gallo

Roberto Rosati, Ferruccio Palazzi - 1922 circa, terracotta dipinta e invetriata. Genova, Wolfsoniana – Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura.

Autovettura Isotta Fraschini
Autovettura Isotta Fraschini
Corteo orientale

Francesco Nonni, Anselmo Bucci

Corteo orientale

Francesco Nonni, Anselmo Bucci - 1925-1927, maiolica. Faenza, Museo Internazionale delle Ceramiche

Centrotavola con pesci

Alfredo Ravasco

Centrotavola con pesci

Alfredo Ravasco - 1930-1935, agata, corallo, lapislazzuli, argento. FAI – Fondo Ambiente Italiano, Villa Necchi Campiglio, Milano.

Stella per Manifattura SALIR

Guido Balsamo

Stella per Manifattura SALIR

Guido Balsamo - Venezia, Coppa Sirena e luna, 1925-1928, vetro inciso. Venezia, SALIR

Rosa Rodrigo (La bella)

Anselmo Bucci

Rosa Rodrigo (La bella)

Anselmo Bucci - 1923, olio su tela. Courtesy Matteo Mapelli - Galleria Antologia, Monza

Leoni e leonesse addormentati

Duilio Cambellotti

Leoni e leonesse addormentati

Duilio Cambellotti - 1922, carboncino, acquerello, guazzo, china e porporina su carta da spolvero. Terme di Sirmione SpA.

Testa di manichino per Pierre Imans in “La Reine de Saba”

Erté

Testa di manichino per Pierre Imans in “La Reine de Saba”

Erté - 1925, tempera su carta. Fontanellato (Parma), Collezione Franco Maria Ricci, Labirinto della Masone

Casa degli Efebi

Gio Ponti

Casa degli Efebi

Gio Ponti - 1925, maiolica. Sesto Fiorentino, Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia

Gallo

Alessandro Mazzucotelli

Gallo

Alessandro Mazzucotelli - 1923, ferro battuto. Feltre, Galleria d’Arte Moderna Carlo Rizzarda

Les confidences

Tamara de Lempicka

Les confidences

Tamara de Lempicka - 1928, olio su tela. Collezione privata

La sciarpa blu

Tamara de Lempicka

La sciarpa blu

Tamara de Lempicka - 1930, olio su tavola. Collezione privata

Ritratto di Wally Toscanini

Alberto Martini

Ritratto di Wally Toscanini

Alberto Martini - 1925, pastello su carta. Collezione privata.

Notte d’estate

Luigi Bonazza

Notte d’estate

Luigi Bonazza - 1913-1928, tempera su carta. Rovereto, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto

Vergine vestale

Ivan Meštrović

Vergine vestale

Ivan Meštrović - 1917, bronzo. Spalato, Galleria Ivan Meštrović

La concezione

Adolfo Wildt

La concezione

Adolfo Wildt - 1921, marmo e doratura. Milano, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci

Pannello del ciclo Le Mille e una notte

Vittorio Zecchin

Pannello del ciclo Le Mille e una notte

Vittorio Zecchin - 1914, olio su tela. Venezia, Collezione Marino e Marina Barovier

Danza di diavoli

Fortunato Depero

Danza di diavoli

Fortunato Depero - 1922, tarsia di panni. Rovereto, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Fondo Depero

Pendant les Modèles,

Thayaht (Ernesto Michahelles)

Pendant les Modèles,

Thayaht (Ernesto Michahelles) - 1922, pochoir (incisione colorata a mano). Courtesy Archivio THAYAHT & RAM, Firenze

Studio per il Grattacielo S.K.N.E., New York,

Piero Portaluppi

Studio per il Grattacielo S.K.N.E., New York,

Piero Portaluppi - 1920, matita, inchiostro di china, inchiostro colorato e acquerelli su carta. Milano, Fondazione Piero Portaluppi

Fontana con uccellini

Carlo Rizzarda

Fontana con uccellini

Carlo Rizzarda - 1925, ferro battuto. Genova, Wolfsoniana – Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura

Specchiera

Meroni e Fossati

Specchiera

Meroni e Fossati - 1925 circa, legno di noce e specchi incisi con figure orientali. Galleria Pegaso

Cercopiteco rosso

Alfredo Biagini

Cercopiteco rosso

Alfredo Biagini - 1926, bronzo. Roma, Galleria d'Arte Moderna

Raja

Felice Casorati

Raja

Felice Casorati - 1924-1925, tempera su tavola. Collezione privata

La coppa verde

Oscar Hermann Lamb

La coppa verde

Oscar Hermann Lamb - 1933, olio su tela. Collezione privata

Abito da sera

Sartoria Ventura (?)

Abito da sera

Sartoria Ventura (?) - 1925 circa, raso di seta nero ricamato con cannucce e jais in vetro. Firenze, Gallerie degli Uffizi - Museo della Moda e del Costume. Provenienza: donna Franca Florio

Madame Ira Perrot

Tamara de Lempicka

Madame Ira Perrot

Tamara de Lempicka - 1932, olio su tavola. Collezione privata

Coppetta degli orsi

Alfredo Ravasco

Coppetta degli orsi

Alfredo Ravasco - 1925, agata, smalti, zaffiri, perle. Collezione privata

Coppa

Alfredo Ravasco

Coppa

Alfredo Ravasco - 1935-39, agata, zaffiri, oro, lapislazzuli. Gioielleria Pennisi

Carrozza salone del treno Côte d’Azur Pullman Express

René Prou

Carrozza salone del treno Côte d’Azur Pullman Express

René Prou - 1929

Pappagalli e scimmia

Giacomo Balla

Pappagalli e scimmia

Giacomo Balla - 1929, olio su tela di arazzo. Rovereto, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto

La migrazione delle sirene

Gio Ponti e Libero Andreotti

La migrazione delle sirene

Gio Ponti e Libero Andreotti - 1928, Richard-Ginori, cista in porcellana bianca e oro. Milano, Castello Sforzesco, Civiche Raccolte d’Arte Applicata