Mostre

Wildt. L’anima e le forme tra Michelangelo e Klimt

Fin da ragazzo studiai con selvaggia intensità i nostri maestri antichi. E’ questo studio, lungo e faticoso, l’unica fonte della mia arte e a questo aggiungo il mio potente bisogno di sincerità. (a. Wildt, 1915).

Maschere, maschere… Un soffio e passano, per dare posto ad altre. Ciascuno si racconta la maschera come può – la maschera esterna. Perché dentro po c’è l’altra, che spesso non s’accorda con quella di fuori. (L. Pirandello, 1908).

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Melozzo da Forlì

Nell’uso della prospettiva, Melozzo sta accanto al “monarcha” Piero della Francesca e agli altri artisti “famosi e supremi”, i “quali sempre con libella e circino lor opere proporzionando a perfection mirabile conducono. In modo che non humane, ma divine negli occhi nostri si rappresentano. E a tutte lor figure solo el spirito par che manchi”. – Luca Pacioli, 1494

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Fiori. Natura e simbolo dal Seicento a Van Gogh

“Mi è mancato il denaro per pagare dei modelli, altrimenti mi sarei dedicato completamente alla pittura di figura, ho dipinto però una serie di studi di colori, semplicemente dei fiori: papaveri rossi, fiori di campo [..], rose bianche e rosa, crisantemi gialli, alla ricerca di contrasti di blu e arancione, di rosso e di verde, di giallo e di viola, cercando toni spezzati e toni neutri che facciano armonizzare questi estremi così brutali”. – Vincent Van Gogh, 1888

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Canova

Canova ha avuto il coraggio di non copiare i greci e di inventare una bellezza, come avevano fatto i greci – Stendhal, 1816
In questa mirabile visione marmorea al di sopra delle opere e dei pensieri dell’uomo quanto potrebbe e non fa la Natura che la Bellezza e Canova ha fatto! – George Byron, 1816

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Marco Palmezzano. Il Rinascimento nelle Romagne

Palmezzano, con assoluta maestria e genio, porta tutta la grande eredità della pittura del Quattrocento dentro il nuovo secolo. Più che da eventi clamorosi, la biografia di Marco Palmezzano fu scandita dai tempi di un’attività artistica straordinariamente longeva (già attivo nel 1484, morirà nel 1539), che lo impose in Romagna, a partire dalla fine del Quattrocento, come protagonista indiscusso della più matura pittura prospettica.

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