I primi protagonisti
Dante Gabriel Rossetti
Gabriel Charles Dante Rossetti nasce a Londra, al n. 38 di Charlotte Street, vicino al British Museum, il 12 maggio 1828. Sua madre, Frances Mary Lavinia Polidori, è figlia di un emigrato italiano, Gaetano Polidori. Suo padre, Gabriele Rossetti, è un letterato, librettista di Rossini, che a causa delle sue idee politiche vicine alla Carboneria, nel 1824 è a riparare a Londra. Dante Gabriel ha un fratello, William Michael, e due sorelle: Maria, che diventa suora anglicana, e Christina, che si dedica con successo alla poesia.
Sin da giovane si appassiona alla pittura e alla letteratura, influenzato dai gusti paterni. L’amore per Dante è totale. Al punto da identificarsi in lui e scambiare l’ordine dei suoi nomi. Poi ci sono Poe e Blake. Nel 1845 entra all’Antique School della Royal Academy. Nel 1847 conosce Ford Madox Brown, di cui è allievo per un breve periodo, William Holman Hunt e John Everett Millais, con i quali darà vita, l’anno seguente, alla Confraternita dei Preraffaelliti.
Nei dipinti degli anni Cinquanta, Rossetti si dedica soprattutto ai temi medioevali, in particolare alla Vita Nova di Dante, come attestano le opere di questa sala. Negli stessi mesi conosce Elizabeth Siddal, se ne innamora e va a vivere con lei. Il loro legame è tormentato dalle precarie condizioni di salute della ragazza e dalla sua gelosia, motivata dalle numerose avventure sentimentali di Rossetti: da Fanny Cornforth, modella di molti suoi dipinti, a Annie Miller. Nel 1855, incoraggiata da Rossetti e da Ruskin, Elizabeth comincia a dipingere e a scrivere poesie: anche lei espone i suoi dipinti con gli altri preraffaelliti, nella mostra del 1857 a Russell Place e alla rassegna dell’anno seguente a New York.
Nel 1856 Rossetti collabora a una edizione illustrata dei poemi di Tennyson, pubblicata da Edward Moxon. Non è un successo commerciale, ma è l’occasione per farsi conoscere dal pubblico. L’anno seguente accetta l’incarico di affrescare alcuni ambienti dell’Oxford Union con alcuni artisti, tra cui William Morris e Edward Burne-Jones, suoi affezionati allievi. Essi scelgono di raffigurare alcuni episodi tratti dal libro di Thomas Malory, La morte di Artù, ma i lavori rimangono incompiuti. Il 23 maggio 1860, dopo un lungo e tormentato fidanzamento, Rossetti sposa Elizabeth Siddal.
Dal 1861 lavora alacremente per la società di Morris. Il 2 maggio dello stesso anno Elizabeth dà alla luce una figlia morta: il dolore la getta in uno stato di profonda prostrazione, che la porterà al suicidio, l’11 febbraio 1862, per una dose eccessiva di laudano.
John Everett Millais
John Everett Millais nasce a Southampton, l’8 giugno 1829. Inizia a disegnare all’età di quattro anni e dimostra subito un talento non comune. Già a sette anni esegue ritratti e paesaggi di tale qualità da convincere suo padre a trasferirsi a Londra per permettere al figlio di frequentare dal 1838 l’Accademia d’Arte di Henry Sass, a Bloomsbury. Visita assiduamente le sale del British Museum e della National Gallery, il 7 luglio 1840, a soli undici anni, è accolto nella prestigiosa scuola della Royal Academy.
A causa della sua giovane età è conosciuto come “The Child” (Il ragazzo), un soprannome che gli rimarrà per tutta la vita. Nel 1844 conosce Rossetti. Nel 1848 è tra i fondatori della Confraternita dei Preraffaelliti.
La libertà compositiva, la forza della resa cromatica procureranno non poche critiche a Millais. La prima opera a soggetto religioso, Cristo nella casa dei genitori (1850), sollevò proteste per eccesso di realismo e accuse di empietà da parte di Charles Dickens. La figura di Cristo somigliava, secondo le accuse, a “un ragazzino piagnucoloso”. Nei due anni seguenti espone alla Royal Academy alcuni tra i suoi dipinti più noti, che tuttavia sono aspramente criticati, a eccezione di Ruskin, che ne prende le difese.
Il linguaggio pittorico deliberatamente “primitivo” esprime un sentimento moderno, contestualizzato in un mondo e in un tempo lontani. Seguace scrupoloso del principio di “fedeltà alla natura”, Millais trascorre giorni infiniti ad osservare i più piccoli dettagli del mondo naturale, conferendogli poi un valore simbolico, come accade per Ofelia (1851-52), o nel coevo La figlia del boscaiolo (tragica storia, tratta dalla poesia di Patmore). La tavolozza di Millais ci restituisce, in coerenza col tema raffigurato e la sua ambientazione, la gamma completa delle emozioni. Non mancano i toni decorativi, come nell’opera Lorenzo e Isabella (1849), ispirato dalla lirica di Keats, a sua volta tratta dalla novella di Boccaccio, e nella Fuga di un eretico (1857).
Nel 1853 Millais trascorre un periodo di vacanza in Scozia, a Glenfinlas, in compagnia di Ruskin e di sua moglie Effie Gray. L’assidua frequentazione porta la Gray ad innamorarsi di lui. Lei ottiene l’annullamento del matrimonio e lo sposa, il 3 luglio 1855. Nel 1863 diventa membro effettivo della Royal Academy ed è la prima volta che un simile onore viene conferito a un artista così giovane. Il 20 febbraio 1896, viene eletto presidente della Royal Academy. Muore il 13 agosto dello stesso anno.
William Holman Hunt
William Holman Hunt nasce a Londra il 2 aprile 1827, da William Hunt, capo-magazziniere, e Sarah Hobman. Nel 1839 inizia a lavorare come impiegato e nel frattempo studia pittura. In contrasto col padre, che lo allontana dagli studi, si impiega come copista presso un agente immobiliare, James Labram, che rimasto colpito dai suoi lavori lo introduce alla pittura a olio.
Nel 1844, seguendo i consigli dell’amico John Everett Millais, Hunt entra alla Royal Academy Schools. Studia Shakespeare e Keats. Si appassiona agli scritti di Ruskin. Nel settembre del 1848 è tra i fondatori della Confraternita.
I primi tentativi di Hunt di combinare il realismo con un elaborato simbolismo appaiono in La luce del mondo (1851 – 1853). L’opera ha un’accoglienza ostile. Ma Ruskin ne fa pubblicamente l’elogio in una lettera al Times: “Credo che sia una delle più nobili opere d’arte sacra mai prodotte in questa o in altre epoche”. Nel 1850 dipinge Claudio e Isabella. Tratto da Misura per misura di Shakespeare, il quadro, a forte tema morale nella descrizione delle due psicologie, manifesta già l’influenza di Tintoretto.
Nel 1854 Hunt si reca per due anni in Siria e Palestina, dove rimane profondamente colpito da Gerusalemme. Sulle rive del Mar Morto dipinge Il capro espiatorio. L’opera è completata a Gerusalemme nel 1855 ed esposta alla Royal Academy. Dello stesso periodo è Il bagliore in Egitto, dipinto a Menfi l’antica capitale. In una luce accecante la figura femminile, che indossa
abiti tradizionali, gioielli e trasporta acqua e grano, simboli di fertilità, rievoca lo spirito dell’antico Egitto.
Dopo la fallita relazione con Annie Miller, nel 1865 Hunt sposa Fanny Waugh. L’anno seguente i due partono per un viaggio in Terra Santa. Giunti a Firenze, il 20 dicembre, Fanny muore di febbre puerperale, poche settimane dopo aver dato alla luce un figlio. Lo straziante lutto di Hunt per Fanny è espresso nel capolavoro Isabella e il vaso di basilico (1866-1868). Nello stesso periodo dipinge Bianca. Tratto dall’Otello di Shakespeare, il quadro è fortemente ispirato alla pittura veneta del Cinquecento.
Alla fine di agosto del 1869, l’artista torna a Gerusalemme, dove inizia a lavorare a L’ombra della morte (1870-1873). Non espone più alla Royal Academy, preferendo la Grosvenor Gallery e la New Gallery. Nel novembre del 1875, a Neuchâtel, sposa, contro le regole del tempo, Edith Waugh, sorella di Fanny. Muore a Londra il 7 settembre 1910.