EROƎ. Installazione di Benedetta Moracchioli

Evento collaterale alla mostra “Ottocento”

L’installazione di Benedetta Moracchioli, allestita presso l’ex Chiesa di San Rocco a Modigliana, consiste in un enorme cavallo rivestito da legno e cordami che viene messo in dialogo con il ritratto di Garibaldi, opera di Silvestro Lega.
ll percorso è indicato da strisce di tessuto rosso che mettono in relazione la scultura, il dipinto e l’architettura della chiesa, creando un tutt’uno inscindibile: le singole parti reagiscono alle sollecitazioni delle altre. ll centro della chiesa è occupato dal cavallo, un monumento equestre in chiave effimera che ha perso il suo condottiero: quel Garibaldi immortalato nel dipinto, icona degli ideali risorgimentali.
Si traccia dunque un percorso ideale dove si intrecciano il tema dell’esaltazione patriottica, successivamente sentita come “tradita” nelle aspettative di molti artisti che alle battaglie avevano partecipato, e le moderne sperimentazioni del periodo legate alla pittura di paesaggio.
I pittori Macchiaioli, inizialmente grandi esponenti delle speranze e degli ideali risorgimentali, subirono alla fine dei fatti l’amara consapevolezza che l’Unità nazionale non aveva portato alla soluzione delle questioni sociali: le riforme rimasero inattuate, le questioni politiche di indirizzo monarchico moderato prevalsero sui problemi sociali di tutta la generazione che aveva messo la propria vita a repentaglio per la patria. A questo periodo risale il trasferimento a Piagentina. La campagna, subito fuori Firenze, dove Lega e il gruppo dei Macchiaioli si ritireranno in un’intima contemplazione della natura dopo il tradimento dei valori in cui credevano.
In dialogo con questa conclusione Benedetta Moracchioli ha deciso di esporre, ai lati del cavallo, due paesaggi realizzati in analogia di tecniche e materiali con il periodo lirico di Piagentina.
Nella Pinacoteca prospiciente, sono invece esposti dieci numeri del giornale di satira politica anti austriaca “ll Lampione”, edito tra il 1843 e il 1849, anno in cui fu chiuso. Ebbe tra i caricaturisti più celebri, Nicola Sanesi, Adolfo Matarelli, Angiolo Tricca e Telemaco Signorini. Nel 1860 fu riaperto e tra i redattori spicca il nome di Carlo Lorenzini, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Collodi.
Garibaldi fu un grande estimatore del giornale. Ne possedeva infatti, l’intera collezione.
I dieci numeri de “Il Lampione” fanno parte della Collezione Caffè Michelangiolo.
L’iniziativa rientra tra gli eventi modiglianesi finanziati dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forli ed è a cura dell’Accademia degli Incamminati di Modigliana con la collaborazione del Caffé Michelangiolo di Firenze, lo studio Numero45 di Alessandro Innocenti, la rivista “Noi Caffé Michelangiolo”, gli storici dell’arte Francesca Bertini e Andrea Del Carria, il critico Massimo lnnocenti, il Comune di Modigliana e la ditta ALPI. La realizzazione della struttura è di Massimiliano Ciccarelli.
L’inaugurazione è prevista per sabato 13 aprile alle 16:30 presso l’ex chiesa di San Rocco a Modigliana (testo critico di Massimo Innocenti).
 

La mostra rimarrà aperta al pubblico dal 13 aprile al 10 maggio 2019 con il seguente orario:
sabato 10:30-12:30 e 15:00-18:00
domenica 10:00-18:00

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