L’arte condivisa. Morris & Co. e le arti applicate

“A che serve l’arte – si chiede William Morris – se non è per tutti?” La volontà di rifondare i canoni pittorici espressa dai Preraffaelliti va di pari passo con la concezione stessa del vivere.

Artefice di un rinnovamento in cui la volontà di eguaglianza sociale passa proprio attraverso l’espressione della bellezza, Morris (1834 – 1896) si impegna per una riforma dello stile fondata su una forte semplificazione del linguaggio architettonico e decorativo e sulla riabilitazione dell’umile lavoro degli artigiani. Ogni oggetto del vivere diviene opera d’arte: dal mobilio agli oggetti più semplici.

Simbolo del nuovo indirizzo è la Red House – la casa di Morris progettata dall’architetto Philip Webb (1831-1915) nel 1859 a Upton, nel Kent – di cui l’artista concepisce e realizza le decorazioni interne. Ai contemporanei, la “Casa Rossa” appare di assoluta eccentricità. “Più un poema che una casa”, come la definisce Georgiana, la giovane moglie di Edward Burne-Jones. Un luogo dove Georgiana, Jane Burden (moglie di William Morris) e le loro amiche si riuniscono a leggere poesie, in ambienti che danno nella loro proporzione un’impressione di vastità, sulle cui pareti sono appesi dipinti ispirati alla letteratura cortese con processioni, musicanti, feste, nozze che riecheggiano la sobria eleganza dei temi poetici lì recitati.

Quel processo di trasfigurazione del Medioevo, attraverso una visionaria semplificazione, da un lato condurrà Morris, con l’aiuto di Rossetti e soprattutto di Burne-Jones, al superamento del Gothic Revival (lo si vede particolarmente nelle vetrate degli edifici religiosi) verso una più piena adesione all’estetica rinascimentale, dall’altro lo porterà ad approfondire lo studio delle proprietà tecniche dei diversi materiali: stoffe, fibre, carte, tinture, metalli, vetri, ceramiche, gioielli recependo le più moderne innovazioni. I mobili in legno sono dipinti con temi letterari, sul modello dei cassoni nunziali del Trecento e del Quattrocento, decorati con l’aggiunta di foglia d’oro e d’argento. La loro è un’arte totale. Nemico tuttavia della produzione in serie di stampo industriale, Morris coniuga tradizione e innovazione. Da questa esperienza prende avvio nel 1861 la ditta londinese “Morris, Marshall, Faulkner & Company”, con lo specifico intento di riformare le arti applicate e ricucire la frattura con le “arti pure” verificatasi dopo il Medioevo. Nel 1888 si tiene a Londra la prima mostra dei loro lavori: la “Arts and Crafts Exhibition Society”.

L’espressione Arts and Crafts (arti e mestieri) indica anche i manufatti della generazione di artisti nati intorno alla metà del secolo, cui appartengono tra gli altri Walter Crane (1845-1915) e Arthur Mackmurdo (1851-1942). Una generazione che determinerà le prime espressioni dell’Art Nouveau.