Ulisse coperto di sale

Nel 1975 usciva il quinto album di Lucio Dalla, Anidride Solforosa. Dopo Il giorno aveva cinque teste Lucio Dalla torna a lavorare con Roberto Roversi, uno dei poeti italiani più influenti del XX secolo. La collaborazione tra i due ha regalato al pubblico capolavori come, per citarne alcuni, L’operaio Gerolamo, Nuvolari e, tratto appunto da  Anidride Solforosa, Ulisse coperto di sale.

Il riferimento al mito è immediato: Ulisse è il protagonista della canzone fin dal titolo.

Vedo le stanze imbiancate
Tutte le finestre spalancate
Neve non c’è, il sole c’è,
Nebbia non c’è, il cielo c’è!

Tutto scomparso, tutto cambiato
Mentre ritorno da un mio passato
Tutto è uguale, irreale
Sono Ulisse coperto di sale!


Il brano inizia con Ulisse che ci racconta quello sta vedendo intorno a sé, una situazione domestica, che probabilmente non vedeva da diverso tempo, stanze e finestre che era abituato a vivere quotidianamente vengono ritrovate dal protagonista cambiate, ma uguali. Quasi irreali.
Ed ecco arrivare la parola chiave di tutta la canzone: “ritorno”. Ulisse è appena tornato da un passato difficile, esperienze tortuose che siamo abituati a conoscere, si guarda intorno e rivede la sua quotidianità, tutto sommato immutata, ferma ad aspettare il suo ritorno.
È un Ulisse coperto di sale, dove il sale rappresenta l’esperienza, il trascorso, le difficoltà incontrate lungo questo viaggio. Una metafora potente, quasi una parte per il tutto, con il sale, componente fondamentale dei mari solcati, che rappresenta tutto quello che il protagonista ha vissuto e subito, fino a ricoprirlo totalmente.


È vero, la vita è sempre un lungo, lungo ritorno
Ascolta, io non ho paura dei sentimenti
E allora guarda, io sono qui.
Ho aperto adagio adagio con la chiave, come un tempo
Ho lasciato la valigia sulla porta.
Ho guardato intorno prima di chiamare
Non ho paura, ti dico
Che sono tornato per trovare, come una volta
Dentro a questa casa la mia forza
Come Ulisse che torna dal mare


Ulisse è partito sapendo di tornare. Quale sia il viaggio, ogni essere umano è calamitato, fisicamente o mentalmente, verso casa, verso il suo ritorno. Proprio per questo “ha lasciato la valigia sulla porta”, è un raggruppare e accantonare tutto quello che ci si lascia alle spalle, per poi riabbracciarlo una volta varcata la porta di casa. Vale per Ulisse come per tutti gli esseri umani, che si parta per un viaggio, un’avventura, una guerra o, tema trattato da Dalla ne La casa in riva al mare, sia costretti lontani da casa perché rinchiusi in una cella.
La sensazione è la stessa, si torna a casa per ritrovare il senso perduto: “non ho paura, ti dico, che sono tornato per trovare come una volta, dentro questa casa, la mia forza. Come Ulisse che torna dal mare”.
Ulisse è metafora dell’umanità. Come ogni uomo oscilla tra la voglia di esplorare e conoscere e il desiderio di tornare a casa, dove tutto ha avuto inizio, nel suo caso ricongiungendosi con la moglie e il figlio.

Una mano di calce bianca
Sulle pareti della mia stanza
Cielo giallo di garbino,
Occhio caldo di bambino!

A questo punto la canzone cambia, parte un ragionamento essenziale sulla vita, sul tempo, e sulla forza necessaria per gestire al meglio entrambe le cose.


Voglio dirti, non rovesciare gli anni come un cassetto vuoto,
Ascolta, anche i giovani non hanno paura di un amore
E mai, mai, mai strappano dal cuore i sentimenti
Io ti guardo, la tua forza è un’ombra di luce


La forza e la ragione per tornare si trovano sempre. Ci si ricongiunge con ciò che si è lasciato, pronti a ricominciare un nuovo viaggio che può portare lontano come no, perché il viaggio è anche qui ed ora, la vita è uno spostamento continuo non solo spaziale, ogni cosa si rigenera per trovare nuova linfa, perché “la giornata è come una mano che è ferita”, c’è il segno, può far male ma si rigenera in fretta tornando come nuova.
Anche se abbiamo vissuto mille esperienze che ci hanno logorato e hanno lasciato il segno, “non si consuma la vita”, c’è sempre una ragione per ricominciare. Anche Ulisse, nonostante tutte le peripezie, le esperienze, gli incontri magici e sciagurati, ha sempre mantenuto la necessità e l’obiettivo di tornare a casa, tornare nel posto in cui ha lasciato il proprio cuore. Ed è quello il momento chiave e più misterioso della sua storia: il ritorno.

Il momento più agognato e temuto da tutti gli esseri umani. Che sia un ritorno fisico o sentimentale. Tutti prima o poi sentono la necessità di ricongiungersi ad un luogo, ad una persona, anche coperti da tutto il sale incontrato nella vita. Ma pronti ad affrontare, ancora una volta, il principio del giorno.


I sassi si consumano, non si consuma la vita
La giornata è uguale a una mano che è ferita
Io sono Ulisse al ritorno
Ulisse coperto di sale.
Ulisse al principio del giorno!

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