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The Graham Piano: la storia del capolavoro senza tempo di Edward Burne-Jones

The Graham Piano: la storia del capolavoro senza tempo di Edward Burne-Jones

The Graham Piano. 1879-1880

La storia del capolavoro di arte e design realizzato da Edward Burne-Jones, in collaborazione con la John Broadwood & Sons, è ricca di risvolti particolari che rendono la magnificenza dello strumento ancora più unica. 

Ecco qualche curiosità sull’eccezionale “Graham Piano” esposto in mostra:

Un originale regalo di compleanno.

Il pianoforte fu commissionato a Edward Burne-Jones da William Graham, collezionista e mecenate, per offrire alla figlia Frances un regalo originale per i suoi venticinque anni. Graham non si rivolse “a caso” a Burne-Jones, oltre ad essergli amico, il ricco commerciante era infatti un amante dei Primitivi italiani, all’epoca poco conosciuti. Per questo apprezzava i lavori della Confraternita nascente, sostenendo e promuovendo gli artisti Preraffaelliti. In particolare Burne-Jones, al quale prestava quadri di artisti italiani da cui trarre ispirazione.

Ciò premesso non è un caso che nella sua collezione possedesse “The Girlhood of Mary Virgin di Rossetti (1848-1849), il primo dipinto siglato con le iniziali “PRB” (Pre-Raphaelite Brotherhood). 

Frances Graham: musa e non solo.

Frances era una delle sei figlie di Graham, colta e appassionata d’arte tanto da accompagnare il padre nelle visite agli atelier degli artisti. In alcuni casi, addirittura, posò come modella, come per “La donna della finestra” di Dante Gabriel Rossetti, nonostante fosse inusuale se non disdicevole per una ragazza dell’epoca. 

Oltre che di Rossetti, Frances accese l’interesse anche di Burne-Jones, non solo dal punto di vista artistico ma anche sentimentale, tanto da ricevere dall’artista fino a sette lettere d’amore al giorno, nonostante il matrimonio con la moglie Maria.

Un poema inedito.

Le illustrazioni che rendono il pianoforte un inestimabile pezzo da collezione, riprendono le vicende narrate in un poema di William Morris dal titolo “The Story of Orpheus and Eurydice”, inedito e reso noto solamente dopo la morte dell’artista. I disegni erano presentati in una particolare forma circolare che li rendevano perfetti per la decorazione richiesta da Graham. La storia parla di Orfeo, figlio della musa Calliope, e del vano tentativo di riportare in vita la sua sposa Euridice, ruolo per il quale, tra l’altro, Frances fece da modella. Dopo aver ammaliato con il suono della lira Plutone, il dio degli inferi, Orfeo ottiene il ritorno di Euridice sulla terra, a patto che non si volti a guardarla finché non sarà uscito dalle regioni infere; condizione che non riuscirà a rispettare, perdendola per sempre.

Si tratta dell’esercizio di stile più complesso di Burne-Jones sull’arte rinascimentale e manieristica, con un debito particolare verso Botticelli.

Lo studio della forma del pianoforte.

Per portare a termine questo lavoro, Burne-Jones studiò a lungo la forma dei pianoforti, arrivando a commissionarne alcuni di dimensioni particolari per discostarsi dalla forma standard, troppo pesante e bombata. Quello che disegnò per sé, in particolare, aveva linee più semplici e squadrate, riprese dal clavicembalo, con gambe lisce e dritte, così da offrire molte superfici che si prestavano a essere decorate.

Gli aiuti nella realizzazione.

La maggior parte della realizzazione dei pannelli di Orfeo si deve a un assistente, forse T.M. Rooke, mentre l’interno del coperchio fu dipinto da un aiuto e rifinito da Burne-Jones. 

La citazione.

Sull’esterno del coperchio è riportato, in italiano, il sonetto “Fresca rosa novella” di Guido Cavalcanti, poeta amico di Dante.

Infinite storie che fanno di quest’opera d’arte uno dei pezzi più pregiati esposti alla mostra “Preraffaelliti. Rinascimento Moderno”, non solo per la meravigliosa decorazione del pianoforte ma anche per le sotto trame che ci dicono, ancora una volta, quanto la storia della Confraternita abbia influenzato il concetto di arte e società.

Approfondisci la mostra: Preraffaelliti

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