Incontri su aspetti culturali della città e del territorio forlivese
“Serena Togni
Storica dell’arte
presenterà la mostra”
GIOVEDI’ 1 FEBBRAIO ORE 18.30
Circolo Della Scranna, Corso G. Garibaldi 80, Forlì
Opera: Ludovico Carracci, Conversione di Saulo (part.), 1587-88 olio su tela. Bologna, Pinacoteca Nazionale
Ricorrendo alla proiezione di numerose immagini si racconterà in anteprima la mostra “L’Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio” che sarà allestita presso i Musei San Domenico di Forlì dal 10 febbraio al 17 giugno 2018 con un inedito percorso espositivo che vedrà coinvolta, oltre al convento, anche la chiesa di San Giacomo.
L’esposizione intende raccontare e rileggere il Cinquecento attraverso un percorso di circa 180 opere sacre e profane, che consentiranno di analizzare luci e ombre del secolo.
L’apertura della mostra è con i Manieristi italiani dei primi decenni del Cinquecento, quali Pontormo, Rosso Fiorentino, Domenico Beccafumi, Sebastiano del Piombo, che sul modello di Raffaello e Michelangelo propongono un’arte colta, fine a sé stessa, destinata a un’elite dotta capace di cogliere le citazioni archeologiche e i riferimenti letterari.
L’inizio della Riforma protestate e il sacco di Roma fanno da sfondo ai decenni successivi durante i quali gli affreschi della Cappella Sistina di Michelangelo sono riferimento imprescindibile per gli artisti italiani, come dimostrano numerosi confronti proposti in mostra.
L’avvio della Riforma cattolica e l’apertura del Concilio di Trento segnano un nuovo indirizzo per l’arte sacra, che torna a essere la Bibbia dei poveri, illetterati, diventando un vero e proprio mezzo di comunicazione per la chiesa che con le opere d’arte intende educare, persuadere e commuovere i fedeli. Raccontano questa seconda metà del secolo le opere di Federico Barocci, Federico Zuccari, Girolamo Muziano, Scipione Pulzone e i bolognesi Ludovico, Annibale e Agostino Carracci, che propongono una vera e propria riforma dell’arte in Emilia, caratterizzata da una nuova sensibilità verso la Natura.
A chiudere il secolo sono le opere di Caravaggio, che arriva a Roma dalla Lombardia e propone una inedita e rivoluzionaria pittura di realtà.