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Dante, un mondo di cultura

Lo abbiamo già detto, il 2021 è l’anno di Dante. Sono passati 700 anni dalla morte del Sommo Poeta e la ricorrenza di questo anniversario implica che in tantissimi contesti, luoghi, trasmissioni radio e TV si parli di Lui.

Spesso nelle conversazioni che hanno per oggetto “Dante”, ho sentito uno degli interlocutori cercare di tirarsene fuori dicendo: “Non ricordo bene le sue terzine, invece hai sentito come sta cambiando il tempo? Fa caldino, sembra già Primavera!”
Bene, per quanto possiamo essere tutti d’accordo sul fatto che la Divina Commedia sia tra le opere più importanti che si studiano tra i banchi di scuola, forse stiamo dimenticando quanto Dante e la sua Commedia abbiano influenzato l’intera cultura del nostro Paese e, probabilmente, dell’intero mondo Occidentale.

Non ne siete ancora convinti o state pensando “Vabbè sì, Dante è anche il padre della lingua italiana…!” ? Vero, ma non solo! Dante è ovunque. Dove meno ce lo aspetteremmo lui, in realtà, c’è.
 
Partiamo dal cinema: di film che riprendono, anche nel titolo, Dante o le sue opere ce ne sono decine. I primi riferimenti cinematografici risalgono ai primi anni del 1900 come “Francesca da Rimini” o “Il Purgatorio”. Arrivando a uscite più recenti possiamo, invece, menzionare “Inferno” di Ron Howard. In questo film, il Poeta è il fil rouge che dà ordine a tutte le trame secondarie. Oltre al fatto che il protagonista, risvegliatosi da un ricovero all’ospedale, ha frequenti visioni apocalittiche incentrate proprio sull’Inferno dantesco, il film si conclude quando la maschera di Dante viene finalmente riportata a Firenze, a Palazzo Vecchio.
Un riferimento meno evidente al Sommo è “Coco”, il film d’animazione realizzato nel 2017 da Disney e Pixar. In che modo? Innanzitutto, “Dante” è il nome del cane del protagonista. Questo simpatico animaletto, però, non solo ne condivide il nome ma anche il ruolo di guida del protagonista durante tutto il suo viaggio nel Regno dei Morti. Il bambino, senza il proprio cane, non sarebbe riuscito né a trovare i propri parenti, né a scoprire la verità sul loro passato né, tantomeno, a trovare il modo di tornare nel mondo dei viventi.

I riferimenti cinematografici non sono, però, gli unici da sottolineare: Dante è riuscito a conquistare anche le sfilate di alta moda. Per lanciare la propria collezione Autunno/Inverno 2020, Gucci ha ricreato un’ambientazione infernale in stile dantesco. In questo caso, la passerella voleva rappresentare un percorso attraverso le diverse pene dell’Inferno. I nuovi capi firmati Gucci erano, grazie alle proprie caratteristiche coprenti e mascheranti, una sorta di difesa per percorrere il percorso agli inferi senza paure.

Se Dante è stato protagonista di alcune fashion week, non poteva che essere anche la musa di pop-stars italiane e internazionali. Alcuni esempi? Jovanotti lo cita nella sua “Serenata rap”, Venditti lo menziona in “Notte prima degli Esami”. Inoltre, i suoi versi arricchiscono il  “Testamento” di Battiato e hanno ispirato “Happy Hour” di Ligabue. Oltreoceano, il Divin Poeta ha fornito un perfetto incipit agli Anthrax, per la loro Howling Furies: “Abandon all hope for those who enter”. Ma su questo non vogliamo spoilerare troppo…se volete saperne di più seguiteci nel prossimo articolo!

Concludendo possiamo tranquillamente affermare che Dante sia stato tra i primi influencer conosciuti a livello mondiale e che, anche dopo 700 anni dalla propria morte, continua a ispirare artisti di qualsiasi tipo ogni giorno.
Se questi spunti non vi sono bastati per tener testa ai vostri interlocutori durante una qualsiasi discussione su Dante bè…vi aspettiamo alla mostra a Forlì per scoprire altri originali riferimenti al Poeta!

Approfondisci la mostra: Dante. La visione dell'arte

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