I TRE SPECCHI DEL MITO

Oltre allo specchio di Narciso, i miti greci raccontano di altri rispecchiamenti. I due che qui mostriamo, il vaso con Dioniso e l’antefissa a testa di Gorgone, introducono il tema della maschera e dello specchio.

Lo specchio di Dioniso è la raffigurazione dello specchio della sapienza. Scrive Giorgio Colli: “In Grecia un dio nasce da un’occhiata esaltante sulla vita, su un pezzo di vita, che si vuol fermare. E questo è già conoscenza. Ma Dioniso nasce da un’occhiata su tutta la vita: come si può guardare assieme tutta la vita? Questa è la tracotanza del conoscere”. Quella di Dioniso è una sapienza contraddittoria, di cui è suscitatore e vittima.

L’altro specchio è quello di Perseo. Perseo descrive l’angoscia umana condensata nel terrore di vivere. Terrore che Perseo esorcizza, tagliando la testa di Medusa, la Gorgone, attraverso lo specchio dov’è riflessa la sua immagine.

Nei tre miti, lo specchio è raccontato come strumento di contemplazione della bellezza impossibile, dell’ambiguità della conoscenza, dello sguardo dentro la paura di vivere. Ciò che da sempre contraddistingue il tentativo dell’artista di raccontare e raccontarsi.