Dal romanticismo alle inquietudini simboliste

Per quanto riguarda i temi privilegiati dell’Odissea esiste una continuità tra la grande stagione neoclassica e il nuovo clima del Romanticismo che impone in realtà nuove tematiche estranee al patrimonio figurativo e letterario dell’antichità. Un dipinto come quello di Rémond, che rappresenta l’incontro tra Ulisse e Nausicaa, appartiene ancora alla categoria del paesaggio ideale di gusto classicista.

Così la vicenda di Diomede e Ulisse in fuga dopo il furto del palladio, presente in molte fonti antiche e diventata oggetto sia nel Settecento che nell’Ottocento dei concorsi di pittura banditi dalle Accademie, viene trattata, come nel dipinto del 1851 di Garberini vincitore del premio di pittura dell’Accademia di Brera, con uno stile eroico che ricorda ancora la maniera neoclassica di David.

Per trovare un nuovo naturalismo romantico bisogna confrontarsi con un episodio, già molto rappresentato nel secolo precedente ma ora oggetto di un rinnovato e sempre più vivo interesse, che è il drammatico e commovente riconoscimento di Ulisse da parte della sua vecchia nutrice Euriclea. Per Chifflart diventa occasione per un’affettuosa descrizione dell’ambiente e dei costumi. Un altro ricongiungimento fatale è quello tra Ulisse e Telemaco che ritroviamo tra i temi riproposti sino agli anni ottanta dell’Ottocento dall’École des Beaux-Arts di Parigi per il prestigioso Prix de Rome, come conferma nella sua enfasi melodrammatica la scena dell’abbraccio tra padre e figlio dipinta da Doucet. Ma gli esiti più convincenti si devono alla scultura, che esalta il fascino di alcuni personaggi come la Calipso di Calmels rappresentata seduta sulla riva del mare, mentre esprime come una sorta di incarnazione romantica della malinconia tutto il suo struggimento per l’abbandono da parte di Ulisse; o che ferma nel bronzo di Grandi il protagonista nella tensione eroica della incipiente vendetta da cui sarà coronato il ritorno a Itaca e compiuto il suo riscatto. Sempre nell’ambito della cultura accademica ricompaiono temi allusivi al viaggio come nelle languide Naiadi di Pagliei e soprattutto nell’episodio di Ulisse nudo che compare a Nausicaa reso da Marioton con una malizia che cala il mito nella contemporaneità.

La potente scena della strage dei pretendenti ritrova nuovo slancio e una inedita crudeltà nel dipinto di Čikoš Sesija, che si colloca in un interessante momento di passaggio tra una pittura di storia tardo-romantica e le prime suggestioni simboliste.

Ma nel clima decadente di fine secolo è inevitabile che ritrovi una prepotente attualità la figura di Circe destinata a diventare un tema emblematico della poetica e dell’ideologia del Simbolismo proprio per quanto riguarda la concezione della donna e la sua emancipazione. La Circe di Chalon, evocata in un dipinto che risente del linguaggio visionario e dell’atmosfera senza tempo di Moreau, appare come un idolo crudele e distante capace di annientare ogni volontà con la forza terribile della sua seduzione. In Waterhouse l’antica maga diventa la conturbante incarnazione della donna fatale pronta a esercitare, sino alle estreme conseguenze, il suo potere distruttivo. Come le sirene, molto rappresentate dal pittore, appare una creatura delle acque, l’elemento primordiale in cui si sono svolte le peripezie di Ulisse, l’eterno viandante ormai diventato simbolo, come viene rappresentato dopo il naufragio nel quadro di Cazin, dell’uomo moderno alla drammatica ricerca della propria identità.