Nuovi sentimenti, nuove visioni

LA SOCIETA’ RITRATTA

Rispetto all’attenzione e alla consacrazione ufficiale della pittura storica, il pubblico che frequenta le affollate Esposizioni nazionali apprezza sempre di più i soggetti evasivi che ritraggono i piaceri della mondana vita moderna.

Come scrive Francesco Netti, questa pittura brillante “piaceva. Le signore e i signori alla moda, i borghesi ricchi ritrovavan sé stessi in quelle opere […].

Era il loro ritratto, anzi la loro apoteosi. E si faceva a gara per averle”. Alcuni grandi ritrattisti come Vittorio Matteo Corcos, richiestissimo dall’alta borghesia imprenditoriale e dal mondo intellettuale, rinnovano il genere del ritratto su questo principio di appeal mondano conseguendo grande successo.

Anche i dipinti che mettono in scena i vizi del mondo borghese, descritti anche dalla letteratura contemporanea italiana e internazionale, sono amati dal pubblico. Ai temi scottanti dell’adulterio e del libertinaggio, resi popolari dalla Signoria delle camelie e dalla Traviata, si ispirano il Ritratto di Margherita Gauthier di Eugenio Scomparini e Gli amanti di Leonardo Bistolfi, in cui però riaffiorano le suggestioni dantesche dell’amore impossibile tra Paolo e Francesca.

Sotto una nuova luce sono rilette anche tematiche antiche e universali come la maternità. Il profondo realismo della Madre di Adriano Cecioni, una delle sculture più significative del secondo Ottocento europeo, suscita molte critiche: “il suo ghigno faunino ha troppo poco del materno”, scrive Panzacchi. E invece l’opera incarna perfettamente la nuova sensibilità della nazione e qualche anno più avanti ispira Carducci nei versi de La madre inseriti nelle Odi barbare.