Hayez e la rinascita della pittura sacra
Anche per la sua amicizia con i protagonisti del cattolicesimo riformatore Alessandro Manzoni e Antonio Rosmini, da lui raffigurati in due emozionanti ritratti, Hayez ha continuato durante tutta la sua lunga carriera a cimentarsi nella pittura sacra. Se nel genere storico è stato il protagonista assoluto del Romanticismo, anche in questo ambito ha conseguito dei risultati straordinari sia per originalità iconografica che per la eccezionale qualità stilistica. Questa monumentale pala d’altare ha conosciuto un momento di gloria sulla più prestigiosa ribalta internazionale, quando venne scelta dall’Accademia di Brera per rappresentare, insieme ad altre sue opere, Hayez all’Esposizione Universale di Parigi del 1867.
Nonostante l’età, il vecchio artista dimostra di conservare intatto tutto il suo vigore nella forza di una composizione dove le figure nude e quelle drappeggiate si muovono, ognuna fissata nella magniloquenza delle pose e dei gesti, in una superba macchina scenografica. Cimentandosi con la dimensione sublime e drammatica del tema del martirio, Hayez dimostra di essere l’ultimo erede di una grande tradizione italiana di cui intende riproporre e rinnovare il fascino. Suoi interlocutori sono Batoni, da cui dipende l’enfasi della messinscena eroica del gruppo principale, e l’amatissimo Tiepolo, fonte di ispirazione per la parte superiore con gli angeli, lo sfondo e la sorprendente sinfonia dei colori che ci abbagliano come gemme intrise di luce.