Lo studio della natura

TRA ARTE E SCIENZA

“Lo studio su base enciclopedica del mondo naturale costituisce un aspetto importante della cultura tardo-cinquecentesca e la storiografia moderna si è a lungo chiesta se e in che modo questi interessi abbiano potuto influire sul naturalismo pittorico, ricavandone importanti conferme (Tongiorgi Tomasi, Olmi). Mirando a superare la ricerca del meraviglioso proprio delle Wunderkammern, contro cui ironizzerà Galileo Galilei, il bolognese Ulisse Aldrovandi (1522-1605) adotta nelle sue lezioni universitarie il principio di esporre quanto ha studiato con i suoi occhi e a tal fine crea un orto botanico e conserva negli erbari piante essiccate. Di un tale entusiasmo partecipa Bartolomeo Passerotti, che assiste a dissezioni anatomiche e inserisce nei propri dipinti elementi naturali studiati con la curiosità di un botanico.

La pratica di tale genere pittorico era già ben diffusa a fine Cinquecento nei Paesi Bassi e lo dimostra il “Vaso grande, dove sono dipinti con somma vaghezza fiori di varie sorti, con un gioiello nel fondo” di Jan Bruegel, che il cardinale Federico Borromeo acquistò a Roma per la propria raccolta, da cui sarebbe nata la milanese Pinacoteca Ambrosiana. Il minuzioso descrittivismo delle varie specie floreali porta però a un effetto più slegato e nel complesso anti-naturalistico, ben diverso cioè dal risultato conseguito a Roma dal giovane Caravaggio, ancor prima che nella celeberrima Canestra di frutta acquisita dallo stesso Borromeo, nello strepitoso brano di fiori in un vaso di vetro e frutti nel non meno celebre Ragazzo morso da un ramarro.

Anche in epoca di Controriforma, l’attenzione per il corpo nudo, ormai ritenuto peccaminoso, resta comunque al centro di una cospicua produzione artistica destinata all’ambito privato, e in quanto tale tollerata. Alla sorveglianza in campo pubblico-religioso di quanto attiene alla sfera sessuale corrisponde dunque in privato un’esibizione di temi tratti dal mito e dalla storia antica, e persino religiosa, in cui il nudo è colto nei suoi aspetti più esplicitamente provocanti.