Verso il Made in Italy. Dagli anni Trenta agli anni Sessanta

Fin dai primi anni ’30, il regime fascista istituzionalizza la moda e si batte per la sua affermazione nazionale. Nel 1932 nasce a Torino l’Ente Autonomo per la Mostra Permanente Nazionale della Moda (nel 1935 diventerà Ente Nazionale della Moda) il cui importante scopo è quello di coordinare l’attività di tutti i settori legati all’abbigliamento. Punti fermi sono quelli legati all’emancipazione della moda italiana dall’esterofilia, in particolare dall’influenza dominante degli ateliers parigini. Una direttiva che sfociando nel modello autarchico contrasterà non poco con l’export e il successo delle creazioni italiane (come nel caso Ferragamo).

Giorgio de Chirico negli anni ’30, oltre alla ritrattistica e al lavoro sperimentale, si dedica a opere che gli vengono commissionate da importanti aziende a scopo pubblicitario o per copertine di riviste quali Vogue e Harper’s Bazar. Durante il suo soggiorno a New York, tra il 1936 e il 1937, realizza per la sartoria di Benno Scheiners nella Quinta strada un grande dipinto, Petronio e l’Adone moderno in frac, pubblicato su Time del 26 aprile 1937. Qui i grattacieli che si stagliano a sinistra sono dominati dal giovane sulla destra nell’abito da cerimonia. Segnata dallo sviluppo della Scuola Romana di Scipione, Mafai, Cagli, Capogrossi, Melli, l’arte italiana degli anni ‘30 e ‘40, reagisce al convenzionalismo attraverso ricerche cromatiche che andranno sotto il nome di tonalismo. Accanto al realismo plastico e scenografico di Sciltian, il lirismo rarefatto e composto di Gaudenzi ne completa lo sviluppo.

Nel dopoguerra, il tessile e l’abbigliamento vedono la nascita di importanti enti a sostegno del settore, quali il Centro Italiano della Moda, a Milano nel 1948, e il Centro Internazionale delle Arti e del Costume, a Venezia nel 1951. L’anno seguente (22 luglio 1952) ha luogo l’Italian High Fashion Show, la storica sfilata di alta moda organizzata da Giovanni Battista Giorgini nel fantastico scenario della Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze. Dal cuore del capoluogo toscano, la creatività, l’originalità, la raffinatezza dei modelli italiani si diffondono nel mondo, aprendo così la strada a un fenomeno – il Made in Italy – dalle proporzioni e conseguenze economiche enormi.