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Il Direttorio e l’Impero

In quel tumultuoso processo per la libertà e l’uguaglianza – la Rivoluzione Francese – che cambierà radicalmente tutta l’Europa, il corpo e l’abito assumono fin dall’inizio precisi significati sociali, culturali, ideologici. Il 5 maggio 1789 a Versailles si svolge l’ultima rappresentazione ufficiale dell’Antico Regime: agli Stati Generali – tra le proteste del Terzo Stato – vengono imposte puntuali regole di abbigliamento, funzionali a identificare le diverse classi, ancora fondate sul diritto di nascita.

L’8 brumaio dell’anno II (il 29 ottobre 1793) la Convenzione decreta la libertà totale di vestire “secondo la volontà individuale”. Mentre si diffondono i simboli nazionali (coccarde e tricolori), i nostalgici della monarchia (Les Incroyables e Les Mervellieuse) esprimono il proprio spirito di ribellione attraverso una moda eccentrica ed esuberante. Dopo la caduta di Robespierre, le donne cominciano ad indossare abiti dritti di mussolina che ricordavano le tuniche classiche. Ritrattistica e moda procedono assieme influenzandosi a vicenda. Nel revival dell’antico si inscrivono abiti con un punto vita alto, dalle linee fluide e morbide che esaltano il corpo e che ricordano la “nobile semplicità” della statuaria greca, come pure le antichità appena riscoperte di Pompei ed Ercolano, espressione di un’ideale di bellezza eterno e perfetto.

Fra i numerosi fattori che imposero questa rottura rivoluzionaria negli abiti va ricordata anche l’eredità dell’Illuminismo che aveva lasciato una nuova concezione del corpo e dell’igiene: la vita borghese che si impone come modello prevede una vita attiva e operosa. Si impone accanto alla semplicità della tunica, una mantella o scialle. Da protezione per il freddo (la salute lo vuole), lo scialle soprattutto di cachemire, si fa oggetto obbligatorio (la moda lo vuole).

La moda torna ad essere uno strumento politico. Napoleone intende dar vita a una nuova classe dirigente, formata dal gruppo sociale appena giunto al potere (le nouveax riches) e da quel che rimane, soprattutto nell’immigrazione, della nobiltà. Moda e mondanità sono utilizzate come strumenti di stato. Figure come Juliette Récamier e Joséphine Beauharnais, – la raffinata moglie del Primo Console, consigliata da Talleyrand – sono le protagoniste di salotti e ricevimenti alle Tuileries. Joséphine adotta la sopraveste a strascico, destinata a diventare manto di corte. E dopo l’incoronazione imperiale, il 2 dicembre 1804, Napoleone ricostituisce la corte. La forma dell’abito viene progressivamente arricchita, ma non sostituita. Il gusto neoclassico s’impone in tutta Europa per un ventennio.